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CERTIFICAZIONE DI QUALITA’ E CODICI ETICI
Enrico Furia (20 gennaio 2002)
Indice
Abstract
Certificazione regolata o volontaria
Certificazione: di Prodotto, di Qualità, Ambientale, della Responsabilità sociale, delle costruzioni, dei servizi professionali, Web, E-commere
Abstract
In economia il termine “efficienza” indica, in generale, il rapporto qualità/prezzo di un prodotto, dove “prezzo” rappresenta il costo che il consumatore deve pagare per soddisfare il suo bisogno, e “qualità” indica il beneficio che ne trae.
Orbene, mentre il prezzo è chiaramente identificabile, perché viene espresso in termini monetari da tutti comprensibili, la qualità lo è molto meno, giacchè viene espressa in termini piuttosto tecnici, o molto spesso non viene espressa affatto.
Esistino due regole per esprime la qualità:
- la prima è quella prevista espressamente da una norma di legge;
- la seconda è quella espressa volontariamente, e certificata da una terza parte indipendente e autorevole.
L’affermazione della qualità di un prodotto è strettamente connessa alla eticità dell’azienda stessa: un’aziena bugiarda certamente non potrebbe assicurare nessun livello di qualità; né, tantomeno un certificatore, non indipendente o non autorevole, non potrebbe certificare né la qualità né la sincerità di un’azienda.
L’U.N.I. (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) ha annunciato che la Regione Lombardia ha messo a punto delle linee guida che accreditano le norme UNI EN ISO 9001:2000 (la versione più recente delle norme internazionali ISO in base alle quali vengono rilasciate le certificazioni di qualità) come norme di base per i servizi sanitari regionali. Pertanto, un ente pubblico si serve di norme private per valutare la qualità dei propri servizi.
L’evento ha una sua importanza operativa in quanto, per la prima volta nella nostra storia, un rapporto finanche non economico, quale quello sanitario pubblico, viene regolato non in base ad una norma di legge, ma ad un accordo volontario tra le parti, quasi una
lex mercatoria di diritto puramente commerciale internazionale. Le norme in questione sono frutto di uno studio e di una ponderazione internazionale di estrema rilevanza, ed il loro riconoscimento da parte della Regione Lombardia è un elevato riconoscimento (seppur indiretto) del valore della certificazione di qualità, elevandola al rango di norma di legge.
Ormai si certificano privatamente i prodotti, il rispetto dell’ambiente, ed i comportamenti stessi dell’azienda verso i dipendenti, i clienti, gli azionisti, e la società. Tutte cose che avrebbe potuto fare anche un ben ordinato sitema di norme pubbliche, ma che non ha fatto. Inoltre, una norma pubblica ha un valore puramente locale, mentre l’economia è globalizzata.
Pertanto, o si sarebbe dovuto ricorrere a trattati multilaterali internazionali, per l’esecutività dei quali occorre normalmente un decennio, o la legge nazionale non ha alcuna efficienza in un contesto mondiale. La certificazione di qualità e la formulazione di codici etici che impegnano unilateralmente l’impresa sono la soluzione ideale per l’economia gloabale. Sotto questo aspetto l’opera meritoria della
International Chamber of Commerce, e di altre prestigiose organizzazioni internazionali, pubbliche e private, hanno dato un apporto notevolissimo pubblicando una serie di “Regole Uniformi”
Uniform Rules, che permettono di avere un sistema di accertamento della qualità e di facilitare gki scambi mondiali.
Volendo fare una prima classificazione sulla certificazione, potremmo così distinguere, ad es.:
a) Certificazione regolata |
b) Certificazione volontaria |
- DOP (Denominazione di origine protetta) |
- ISO Ente Nazionale di Normazione |
- IGP (Indicazione geografica protetta) |
- ecc. |
- ecc. |
|
La qualificazione dei prodotti alimentari è essenzialmente caratterizzata da norme legislative comunitarie dell’U.E. e mondiali da parte dell’O.M.C. (Organizzazione Mondiale del Commercio), cosiccome la certificazione ambientale, alcune responsabilità sociali, verso i clienti, i fornitori, gli investitori, ecc.
A fianco di queste qualificazioni crescono certificazioni volontarie, che si dimostrano molto più efficaci della norma giuridica, in quanto sono impegni unilaterali delle imprese che, proprio per questo motivo, si sentono più vincolate al loro rispetto che a quello di norme legislative. Nel primo caso l’infrazione è sempre un qualcosa da verificarsi in via giudiziale, nel secondo l’azienda non ha nessun appiglio, perchè il consumatore si rivolge immediatamente ad altri concorrenti.
Tra le regole di certificazione volontaria citiamo, di seguito, le più note ed usate:
- di Prodotto
- EN 45000
- EN 45004 (ispezione)
- BRC standard
- di Qualità:
- ISO 9000
- ISO 9001
- ISO 9004
- BRC standard
- Ambientale
- di Responsabilità Sociale
- SA 800
- OHSAS (Occupational Health and Safety Management System)
- delle Costruzioni
Bureau Veritas Italia a fronte della norma EN 45004 ha ottenuto l’accreditamento come organismo di ispezione nei campi delle costruzioni edili, di ingegneria civile in generale, opere impiantistiche in generale, prodotti, componenti e servizi per le costruzioni.
- dei Servizi professionali
Il Consiglio Nazionale dei Ragionieri ha ottenuto la certificazione UNI EN 9002 per le attività di segretariato generale.
- WEB
- E-Commerce
- Uniform Rules della International Chamber of Commerce.
Su “Affari e Finanza” del 15 aprile 2002, il Presidente della Commissione Normativa dell’Uni Giovanni Mattana ha dichiarato: “E’ fuor di dubbio che ci siano luci ed ombre, ma è certo che lo stato della qualità non sarebbe lo stesso senza la certificazione. Le nuove norme ISO sono frutto di indagini condotte in tutto il mondo per capire quali erano gli aspetti di
misunderstanding, di fraintendimento, come ad es. la prevalenza degli aspetti procedurali su quelli sostanziali. Si è cercato di rendere le nuove norme meno eludibili.
Non sappiamo quanto tempo il sistema impiegherà per recepire questo nuovo spirito, però una rivoluzione c’è stata comunque. E’ da credere che fre le aziende certificate in questo momento nel mondo, sicuramente una quota, che può essere del 40 come del 60 per cento, abbia veramente recepito i criteri che garantiscono la qualità”.
Cosi, mentre la certificazione assicura da parte di un terzo indipendente e autorevole il rispetto dell’azienda per la qualità del prodotto e dei comportamenti aziendali, l’attuazione di uno o più codici etici assicura che l’azienda si impegna ad osservare le norme adottate, che possono anche diventare norme cogenti nei rapporti comerciali.
In termini generali ogni impresa ha il dovere della responsabilità sociale, che si estrinseca nella responsabilità di bilanciare i propri interessi con quelli di ogni altro elemento dell’insieme sociale, quali i consumatori, i concorrenti, i dipendenti, i fornitori e gli investitori, ogni impresa considerata nel proprio ambiente.
- La responsabilità verso l’ambiente
Questa responsabilità implica che, a prescindere dalle norme di legge e dai controlli amministrativi e giudiziari che possano essere eseguiti, ogni impresa si impegna ad immettere sul mercato, o a mantenere, solo quei prodotti che abbiano il minore impatto (danno) ambientale.
Tutti siamo certamente consci che, se vogliamo produrre per soddisfare i nostri bisogni, dobbiamo accettare un certo danno ambientale, ma l’impresa che usa un codice etico ambientale si dedica alla ricerca ed alla produzioni di prodotti ad impatto ambientale minimo.
Questo impegno, del resto, diventa un grosso vantaggio per l’impresa che lo accetta, giacchè il consumatore è sempre più informato e sensibile verso i prodotti ad impatto ambientale minimo.
- La responsabilità verso gli investitori
L‘esempio della ENRON è significativo in questo contesto. Nel suo tracollo questa azienda non ha avuto la benchè minima responsabilità verso i suoi investitori, rovinandoli in modo indegno, e screditando profondamente l’intero mercato borsistico.
Se vogliamo che il mercato finanziario sia ancora al servizio dell’economia reale, le imprese devono impegnarsi con codici etici e verifiche serie a rispettare la sua responsabilità sociale. In caso contrario la finanza diventerà sempre più un puro gioco d’azzardo, e l’economia non avrà più risorse pubbliche (accessibili al pubblico) per gli investimenti. La conseguenza potrebbe essere che solo gruppi estremamente potenti possano permettersi nuovi investimenti.
Tra gli atti più riprovevoli che vanno assolutamente evitati evidenziamo:
- Il “check kiting”
Malvezzo di mettere in circolazione assegni prima che il denaro sia effettivamente arrivato in banca sulla quale l’assegno è emesso. L’intento di questa prasi è quello di “creare denaro”.
- “Insider trading”
Operazione condotta in modo tipico proprio dai manager di ENRON che, utilizzando le informazioni riservate che avevano, hanno venduto le proprie azioni sul mercato borsistico, proprio qualche giorno prima che queste tracollassero.
- “Falsificazione contabile”
La contabilità è l’unico strumento di calcolo dell’efficienza aziendale. Se questo strumento viene falsificato, si può lasciar intendere di tutto, ed imbrogliare chiunque.
- La responsabilità verso i dipendenti
Nell’economia moderna il dipendente è il primo collaboratore aziendale. Il lavoro è il principale fattore che genera il reddito che permette a chiunque di diventare consumatore. Senza reddito non esiste consumo, e senza consumo ogni produzione è inutile.
L’economia giapponese è diventata florida proprio grazie a quella simbiosi che si è creata tra impresa e dipendente. L’economia statunitense continua a progredire senza grossi problemi di occupazione, giacchè la mobilità del lavoro è molto più elevata che in Europa.
Negli Stati Uniti le imprese si preoccupano molto dell’efficienzza e del rendimento dei dipendenti, e per attuarlo fanno di tutto per rendere le condizioni di lavoro e di ambiente aziendale il più consono possibile alle necessità dei dipendenti. Negli Stati Uniti, inoltre, esiste una particolare figura di cui gli Europei non sono ancora capaci, proprio per la mancanza di mobilità a cui si accennava prima. Il “whistleblower” nell’impresa americana è il dipendente che cerca di porre fine ad un comportamento non etico, illegale, o socialmente irrsponsabile dell’azienda, denunciandolo pubblicamente.
- La responsabilità verso i concorrenti
Le norme volontarie che abbiamo sopra elencato sono immediatamente disponibili per le aziende che vogliono adottarle, e con esse impegnarsi come norme cogenti verso la società.
Inoltre, per quelle imprese che intendono operare nel mercato mondiale, le norme nazionali non sembrano più sufficienti a garantire un trading efficiente e veloce, mentre la giurisdizione nazionale non è capace di risolvere il contenzioso che si venga ad aprire tra operatori appartenenti a Stati diversi. Per ovviare a questi inconvenienti, da tempo vengono utilizzate nel commercio mondiale norme e procedure che tendono a regolare i suddetti aspetti.:
- La responsabilità verso la Società
Troppi soldi sono stati finora spesi scioccamente per dire al consumatore che il dentifricio tale o il tale detersivo lavano più bianco di ., proteggono meglio di ., ecc. , quando questi messaggi ormai non vengono neanche più ascoltati.
Molte imprese, soprattutto negli S.U., onorano la responsabilità verso la Società, cercando opportunità per contribuire a progetti sociali. McDonald’s, ad es., ha costituito le Ronald McDonald House per dare alloggio alle famiglie di bambini ricoverati in ospedali lontani da casa, mentre Sears, e G. E. aiutano artisti ed attori; questi impegni vanno ben oltre le normali sponsorizzazioni.
Di seguito riportiamo una tabella delle prime quindici imprese statunitensi per impegno sociale:
Ord. Nome della Società |
Tot. Donazioni |
1. AT&T Foundation (NY) |
$37,738,769 |
2. Wal-Mart Foundation (AR) |
$32,571,556 |
3. Ford Motor Company Fund (MI) |
$28,948,869 |
4. GE Fund (CT) |
$28,637,618 |
5. Procter & Gamble Fund |
$27,341,322 |
6. General Motors Foundation (MI) |
$27,041,994 |
7. GTE Foundation (CT) |
$23,558,526 |
8. General Mills Foundation (MN) |
$23,000,048 |
9. Chrysler Corporation Fund (MI) |
$22,701,371 |
10. SBC Foundation (CO) |
$21,261,053 |
11. US West Foundation (CO) |
$20,896,047 |
12. Exxon Education Foundation (TX) |
$18,843,153 |
13. Prudential Foundation |
$18,712,354 |
14. Bank America Foundation (CA) |
$18,633,872 |
15. Shell Oil Company Foundation (TX) |
$18,055,890 |
- La responsabilità verso i consumatori
Il Marketing dapprima, e la globalizzazione da ultimo hanno sconvolto i rapporti che esistevano tra produttore e consumatore, dove il primo produceva quello che voleva o poteva, e il secondo consumava quello che questi offriva.
Nel rapporto corrente il consumatore è arbitro delle sorti aziendali. Se un’impresa non rispetta i suoi impegni verso i consumatori, costoro l’abbandonano per preferirle altri concorrenti.
L’impiego, pertanto, di codici etici che garantiscano gli impegni aziendali possono essere essenziali, anche perché i codici stessi tendono a creare una nuova cultura d’impresa ove quasta manchi.
In aggiunta ai succitati codici di etica, di seguito riportiamo un breve elenco su tutta una ulteriore serie di norme volontarie che possono essere applicate soprattutto nel commercio mondiale.
- Diritto commerciale multinazionale
- Arbitrato ed esecuzione delle sentenze arbitrali internazionali
- Normativa Multinazionale sul B2B e B2C
- Regole Uniformi per il Business Elettronico
- Legislazione Transnazionale Uniforme sulla Proprietà Intellettuale
- Legislazione multinazionale sulle nuove tecnologie
- Codice Internazionale sulla Promozione delle Vendite
- Codice Internazionale sulla Pubblicità
- Codice Internazionale sulle Ricerche di Mercato
- Codice Internazionale sulla Pratica del Direct Marketing and Home Selling
- Codice Internazionale sulla Sponsorizzazione
Queste norme possono operare come lex mercatoria tra le parti contraenti, e possono essere imperative e cogenti come una norma di diritto nazionale che siamo abituati ad applicare da sempre.
Enrico Furia
Gnosys
info@worldbusinesslaw.net
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