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Finanza Etica

Banking is essential to the modern economy, whilst banks are not.
Il servizio bancario appare essenziale all'economia moderna, ma le banche no.



Terminologia essenziale.

- Etica: convinzioni su che cosa sia giusto o sbagliato, bene o male nelle azioni che coinvolgono anche gli altri.
- Comportamento etico: condotta conforme alle norme sociali generalmente accettate che riguardano le azioni benefiche e quelle malvagie.
- Finanza etica: attivita' del mercato monetario conforme al principio della massimizzazione del profitto, della responsabilita' sociale, della creazione di moneta, e del rispetto dei risparmiatori e degli investitori.
- Responsibilita' sociale: lo sforzo dell'impresa a bilanciare il proprio impegno verso gruppi e singoli individui considerati nel loro ambiente, includendo tra loro i clienti, le altre imprese, i dipendenti, e gli investitori.
- Massimizzazione del profitto: scopo finale d'ogni impresa. Piu' e' elevato il profitto, piu' elevato e' il valore reale del prodotto.
- Responsibilita' nella creazione del denaro: la moneta e' priva d'ogni valore fino a quando qualcuno l'accetta per produrre nuova ricchezza. Creare nuova moneta e' veramente facile; trasformarla in nuova ricchezza e' veramente difficile.
- Rispetto verso risparmiatori ed investitori: principio secondo il quale la massimizzazione del profitto deve essere un gioco a somma non-zero.
- Gioco a somma non-zero: qualsiasi occupazione, secondo la Teoria dei Giochi, in cui tutte le parti ricavano un profitto, anche se questo si distribuisce in maniera non eguale.

Premesse

- E' finanza etica la remunerazione del capitale in base alla ricchezza reale che produce (dividendo delle azioni), in quanto questo costituisce un gioco a somma non zero in cui tutti i partecipanti ricavano un profitto. Non e' finanza etica la speculazione di borsa, perche' e' un gioco a somma zero: per ogni guadagno vi e' una corrispondente perdita. La speculazione di borsa trasferisce ricchezza, ma non ne genera di nuova.
- E' finanza etica la creazione di moneta basata sul "credito", ovvero sulla credibilita' di colui che l'impiega per creare nuova ricchezza. Non e' finanza etica la creazione di moneta basata su un'imposizione (corso forzoso) che crei valore dal nulla. Le banche sono legalizzate a creare moneta come valore generato dal nulla.
- E' finanza etica, quidi con responsabilita' sociale, quella orientata alla creazione di nuova ricchezza per tutti i partecipanti ad un'impresa: consumatori, altre aziende, dipendenti, investitori. Non e' finanza etica la creazione di valore fine a se stesso.
- E' finanza etica il principio della massimizzazion del profitto (la massima espressione etica), in quanto attribuisce il giusto valore ed il giusto costo ad un prodotto. Nel business il profitto e' la differenza fra il costo ed il ricavo generato dall'impiego di un prodotto. Pertanto, esiste il profitto del produttore e quello del consumatore, o utilizzatore. Se il produttore non massimizza il suo profitto, questo viene automaticamente trasferito al consumatore. Quando il consumatore non riesce a vedere il ricavo reale che ha da un prodotto, di conseguenza trova il suo costo (prezzo di vendita) troppo sconveniente rispetto al ricavo che ne trae. Pertanto, e' interesse del produttore stesso evidenziare al consumatore i benefici e le opportunita' che il prodtto gli puo' dare, focalizzando poi la contrattazione sul prezzo di vendita che tendera' a bilanciare la massimizzazione del profitto del venditore con quella del consumatore. Non e' finanza etica l'attivita' che non massimizza il profitto, o che addirittura non lo genera per nulla: quel prodotto e' "inutile".
- E' etico il comportamento rispettoso verso risparmiatori ed investitori quando questi ricavano il giusto compenso dall'impiego della loro moneta. Non e' etica l'attivita' di quelle banche che riescono a moltiplicare almeno per otto (negli Stati Uniti), ed all'infinito (in Giappone), la moneta depositata dai loro clienti ed investitori.
- E' etico creare moneta per chi la impiega nella creazione di nuova ricchezza. Non e' etico crearla per chi la impiega nella speculazione finanziaria. La speculazione finanziaria e' quell'attivita' oziosa e furfantesca di ottenere credito, perche' si e' considerati forti ed affidabili, per impiegarlo in attivita' che hanno almeno qualche punto di rendimento in piu' del costo del denaro, e di avviare operazioni ripetitive e veloci (roll-on) che permettono di generare piccolissimi profitti ad ogni transazione, ma grandissimi profitti ad ogni anno finanziario.

Conclusioni

La finanza basata sul valore monetario e sulla creazione di moneta ha funzionato fino a quando e' esistito un Ente sovrano quale lo Stato, che attribuiva corso forzoso alla propria moneta, e la stampava in funzione delle sue esigenze ed insindacabile giudizio.
Con la globalizzazione del business gli Stati nazionali non sono piu' sovrani, quindi il corso forzoso della moneta e' un fantasma giuridico lasciato circolare solo per uso e consumo delle banche. Le "Tigri" asiatiche hanno ampiamente dimostrato che nulla puo' la creazione di ricchezza reale contro la creazione di ricchezza finanziaria, la quale e' basata solo sulla produzione di strumenti cartacei che vengono distribuiti secondo criteri di clientela ed opportunismo politico.
Nella raccolta le banche riescono a moltiplicare l'emissione di moneta con il semplice strumento del "reimpiego", fatto salvo l'obbligo di solidita'.
Questo aspetto e' scandaloso, in quanto esse creano ricchezza fittizia con un somma iniziale presa a prestito. Ma e' ancora piu' scandaloso verificare che queste riescono a creare nuova moneta anche quando concedono prestiti (chi ha qualche dimestichezza con il bilancio aziendale sa che la banca deve iscrivere il prestito in "dare", quindi in perdita, non in profitto). In questo caso la moltiplicazione monetaria avviene in quanto il mutuatario concede alla banca una "garanzia" (reale o personale) che a sua volta la banca sconta, generando un profitto, che rimette in circolazione monetaria moltiplicata.
L'impresa ottiene moneta in quanto lavora duro, e produce ricchezza reale che viene consumata per bisogni reali, mentre la banca moltiplica fittiziamente questa ricchezza con semplici operazioni cartacee che producono ricchezza fittizia il cui profitto rimane tutto solamente alle banche.
Beninteso, non stiamo parlando di attivita' criminali: nientaffatto! Stiamo parlando di attivita' lecite e benedette dalla Legge.
Le banche sono entitą legalmente rispettabilissime, ma che non hanno nulla a che fare con la Finanza Etica. Il lor gioco lo fanno in nome della Legge, secundum Legem.
Parmalat, Cirio, e tanti altri, hanno svolto attivita' contra Legem, perche' basate su documenti falsi o contraffatti. Ma, seppur furfanteschi, questi comportamenti sono pur sempre concepibili, come lo e' qualsiasi altra attivitą criminale. Chi ha venduto questi prodotti e' tenuto al risarcimento perche', come per tutti gli altri prodotti, quando non funzionano vanno sostituiti, oppure rimborsati.
Sono, al contrario, inconcepibili, in quanto inimmaginabili, le varie attivita' secundum Legem di creazione di denaro delle banche. Sono inconcepibili in quanto nessuno riesce ad immaginare l'esistenza del giochetto permesso dalla legge, quindi nessuno protesta o richiede un equo compenso alle banche.
Come detto in premessa, il denaro acquisisce valore solo quando qualcuno lo accetta e con esso produce ricchezza reale.
Quindi costui, come gia' espresso dal Prof. Auriti (Giacinto Auriti, L'Ordinamento internazionale del sistema monetariio, Universita' degli Studi, Facolta' di Teoria Generale del Diritto, Teramo, 1993), conferisce valore alla moneta, non la banca che la emette. Ma allora, perche' e' lui a pagare un tasso di interesse alla banca, e non viceversa?

Enrico Furia
Professor of Financial World Law
School of World Business Law

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